Mappa antica della Germania

Nella Divina Commedia compaiono diversi personaggi tedeschi, quasi tutti legati alla politica imperiale degli Asburgo, che Dante critica senza mezzi termini, rinfacciando agli imperatori del suo tempo – in particolare Rodolfo I e suo figlio Alberto I – l’incuria che essi, presi dall’ansia di consolidare i domini tedeschi, hanno dimostrato per i problemi dell’Italia, abbandonata senza guida come una cavalla selvaggia. Particolarmente severa è l’invettiva contro Alberto I d’Asburgo, imperatore dal 1298 al 1308, contro cui Dante invoca una punizione divina che sia tale da impressionare il suo successore, così da indurlo a prestare una maggiore attenzione alle sorti dell’Italia, “giardino dell’impero”.

L'imperatore Alberto I di Asburgo

Riportiamo il brano (Purg., VI, 97-105) in originale e nella traduzione in tedesco di Karl Streckfuß.

O Alberto tedesco ch’abbandoni
costei ch’è fatta indomita e selvaggia,
e dovresti inforcar li suoi arcioni,
giusto giudicio da le stelle caggia
sovra ‘l tuo sangue, e sia novo e aperto,
tal che ‘l tuo successor temenza n’aggia!
Ch’avete tu e ‘l tuo padre sofferto,
per cupidigia di costà distretti,
che ‘l giardin de lo ‘mperio sia diserto.

O deutscher Albrecht, der dies Tier verlassen,
Das drum nun tobt in ungezähmter Wut,
Statt mit den Schenkeln kräftig es zu fassen,
Gerechtes Strafgericht fall’ auf dein Blut
Vom Sternenzelt, auch sei es neu und offen,
Dann ist dein Folger wohl auf seiner Hut.
Was hat dich und den Vater schon betroffen,
Weil ihr, verödend diese Gartenau’n,
Nach jenseits nur gestellt das gier’ge Hoffen.

Lauingen, il Danubio

L’unico personaggio tedesco estraneo alla politica, tra quelli citati nella Divina Commedia, è Sant’Alberto Magno, il grande filosofo e teologo del tredicesimo secolo, nato nella cittadina bavarese di Lauingen nel 1206 e morto nel 1280 a Colonia, nella cui università insegnò a lungo e fu rettore, mentre il suo allievo Tommaso d’Aquino fu suo assistente e “secondo professore”.
Dante incontra Alberto Magno nel cielo del Sole (Par., X, 97-99) ed è proprio Tommaso d’Aquino a presentarglielo come suo maestro:

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Questi che m’è a destra più vicino,
frate e maestro fummi, ed esso Alberto
è di Cologna, e io Thomas d’Aquino.

Sant'Alberto Magno, filosofo e teologo, fu professore nell'Università di Colonia

Stampa di Colonia con il fiume Reno in piena, 1499

Versi che, nella traduzione tedesca di Streckfuß, suonano così:

Man hieß mich Thomas von Aquin auf Erden,
Und meines Meisters, meines Bruders Schein,
Albrechts von Köln, sieh rechts hier heller werden.

Come entità geografica la Germania – che Dante chiama Lamagna – viene citata soltanto nel canto ventesimo dell’Inferno (versi 61-63), come punto di riferimento per indicare l’ubicazione del lago di Garda, situato ai piedi di quelle montagne che segnano appunto il confine con la Germania, immediatamente al di sopra del Tirolo (“Tiralli”).
Si riportano questi versi in originale e nella versione tedesca di Hermann Gmelin.

Suso in Italia bella giace un laco,
a piè de l’Alpe che serra Lamagna
sovra Tiralli, c’ ha nome Benaco.

Es liegt im schönen Land Italien droben
Ein See am fuß der Alpen, die das deutsche
Land bei Tirol umziehn, der heißt Benacus.

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Anton Woensam (Worms, 1495 circa – Colonia, 1541) Panorama di Colonia, 1531