Al tempo di Dante l’attuale Armenia era dominata dai turchi Selgiuchidi, ma esisteva un regno armeno di Cilicia (detto anche Piccola Armenia) creato da profughi armeni e situato sul golfo di Alessandretta, nell’attuale Turchia. Non risulta, comunque, che Dante avesse particolari nozioni circa l’Armenia e il suo popolo.

La conoscenza delle opere di Dante venne diffusa nella letteratura armena dai padri mechitaristi del monastero omonimo fondato nel 1715 a Venezia, sull’isola di San Lazzaro, dal monaco armeno Mechitar.  Sin dalla seconda metà dell’Ottocento si ebbero le prime prove di traduzione in armeno dei versi di Dante, sia da parte dei padri mechitaristi sia da parte dei loro allievi del collegio veneziano Moorat-Raphael, fondato dagli stessi monaci nel 1850.

Il primo traduttore dell’intera Commedia in versi armeni è stato il padre mechitarista Arsenio Ghazikian (1870-1932), che nel 1902 pubblicò l’Inferno e successivamente, rispettivamente nel 1905 e nel 1924, il Purgatorio e il Paradiso.

Una traduzione completa del poema, in terza rima, è dovuta ad Arpun Dayan, ex allievo del collegio Moorat-Raphael, pubblicata a Erevan rispettivamente nel 1947 (Inferno), nel 1952 (Purgatorio) e nel 1959 (Paradiso).